Lettera Diocesana Giugno 2013

Carissimi sacerdoti e laici!

                                          circa un mese fa, il 3 maggio scorso, ho avuto il dono dell’incontro più toccante della mia vita di questo periodo: noi vescovi delle Marche, a gruppi di sei, abbiamo incontrato per oltre un’ora Papa Francesco per parlare delle nostre diocesi.
La testimonianza di Papa Francesco, che ci ha accolti come un padre e che ci ha ascoltato con grande interesse dandoci delle indicazioni precise, costituisce un punto di cambiamento su di me. Non posso continuare a fare il Vescovo senza tener conto di quel che mi è accaduto e di quel che il Papa mi ha detto: Voi mi eravate presenti. Vi portavo nel cuore ed ora aiutatemi ad andare avanti con questo cambiamento che urge in me. Il Papa ci fa cambiare. Il Papa ci vuole come lui: pieni di ascolto e di misericordia, entusiasti ed ardenti di passione missionaria, umili e poveri.

Gli ho parlato di alcuni aspetti della nostra diocesi:

1. Gli ho presentato il valore di una piccola diocesi come la nostra, sparsa in un vasto territorio di montagna: l’attaccamento alla piccola parrocchia della gente delle frazioni ha salvato la fede di questo territorio. Il Papa mi ha incoraggiato a continuare ad andare in tutte le frazioni per incontrare, conoscere e seguire tutti. Le Unità Pastorali dovranno aiutarci a realizzare questo intento, attraverso un lavoro insieme tra i parroci di una zona.

2. Parlando della nostra pastorale familiare il Papa mi ha incoraggiato ad essere vicino alle famiglie che non possono ricevere i sacramenti, per accompagnarle nel loro cammino di fede.

3. Sulla situazione dei giovani ci siamo soffermati molto. Gli ho presentato il Musical: il Papa era molto attento a quanto le presentavo e mi ha raccomandato di portare il suo invito “ad andare avanti su questa linea con coraggio”. Gli ho parlato anche del pellegrinaggio Macerata-Loreto prospettando la possibilità di un suo intervento. In merito alla pastorale giovanile-vocazionale ci ha dato le seguenti indicazioni:

– con i giovani occorre avere il coraggio del rischio, per ascoltarli anche se parlano male della Chiesa o di altro;

dare la nostra vicinanza ai giovani: non lasciarli mai soli, andarli a cercare;

offrire sempre una direzione spirituale, cioè un percorso affascinante da seguire;

inviare i giovani come missionari nelle parrocchie vicine.

4. Parlando della situazione drammatica della mancanza di lavoro il Papa ci ha spinti in due direzioni: ci sia sempre l’ascolto di chi soffre e dare sempre un aiuto concreto come inizio di risposta. È stato contento del racconto di ciò che compiono la Caritas, la pastorale del lavoro e il CSO.
Trattando di tutte queste cose e di altro, che cosa è rimasto in me? Tutto. Spero che tutto questo continui a “tormentarmi”, per renderlo esperienza vera e viva della mia, e nostra, sequela del Papa.

Che bel lavoro abbiamo da svolgere in queste estate! Vi auguro di riposarvi immergendovi dentro queste proposte di vita.

Attendo i sacerdoti alla prossima Assemblea di Clero, martedì 18 giugno a Monterosso di Sassoferrato e vi benedico di cuore.

                                                                                                            + Giancarlo Vecerrica