Lettera Diocesana Giugno 2011

 Carissimi,


               il Congresso Eucaristico Nazionale è un dono, è una vocazione per ciascuno di noi sacerdoti e per i laici: Signore, a cosa ci chiami? L’omelia della Messa Crismale continui ad essere un bel esame di coscienza per i sacerdoti. Alcuni già mi hanno confidato come cercano di cambiare, passando dall’invidia alla valorizzazione degli altri; dalla chiusura nel proprio campanilismo alla gioia che altri sacerdoti o religiosi sono più seguiti di noi.
Sacerdoti! Siamo “consacrati” per donarci totalmente,  non per attirare a noi stessi.
Ecco alcune indicazioni per l’estate:
1. Il Congresso Eucaristico ci propone strumenti di riflessione: la Lettera Pastorale dei Vescovi Marchigiani, il Fascicolo nella nostra Diocesi sul dopo Settimana Liturgica, il libro “Chi è il prete?”, le pubblicazioni del Comitato del Congresso Eucaristico. I testi possono essere richiesti in Curia.
2. In questi mesi siamo chiamati a fare le prenotazioni per la partecipazione nostra e dei rappresentanti della propria Parrocchia, o Aggregazione laicale ai vari momenti per ogni giorno della settimana del Congresso Eucaristico.
3. Il nostro coinvolgimento vivo al Congresso sia anche inizio del lavoro per il prossimo anno pastorale, che avrà questa prospettiva: educare alla vita come vocazione coinvolgendo la pastorale familiare e giovanile-vocazionale.
4. Su questa preparazione all’impegno del nuovo anno in questi mesi estivi chiedo:
– ad ogni sacerdote un colloquio personale con il Vescovo;
– ad ogni Direttore di Ufficio due impegni:
– cooptare collaboratori per il proprio ufficio, imparando a non fare da soli;
– presentare il programma sintetico per il prossimo anno.
Carissimi, concludo con una parte dell’intervista del Card. Andrzej Maria Deskur: Quando era stato nominato arcivescovo di Cracovia, Wojtyla aveva trovato il Seminario diocesano quasi vuoto e aveva deciso così di pronunciare un voto alla Madonna: “Farò tanti pellegrinaggi a piedi in altrettanti tuoi santuari, piccoli e grandi, vicini e lontani, a seconda del numero di vocazioni che ogni anno mi darai”. Improvvisamente, il Seminario cominciò a ripopolarsi, e contava quasi cinquecento alunni quando l’arcivescovo lasciò la diocesi per la Cattedra di Pietro.
Che la Madonna e il nuovo Beato Giovanni Paolo II ci rendano sempre più appassionati alla Chiesa  universale e alla Chiesa particolare, e ci donino tante vocazioni.
Vi abbraccio tutti!


                                                                                          + Giancarlo Vecerrica