Avvertenze per utilizzare “Cleopa e Iòio”

AVVERTENZE PER L’UTILIZZAZIONE EFFICACE DELL’INIZIATIVA “CLEOPA E IÒIO”
1. Tenere sempre bene in mente la finalità:  educare i bambini e i ragazzi a comprendere e a interiorizzare l’eucaristia come “spezzare il pane” nella celebrazione e nella vita.
2. Per evitare la “lezione” ed entrare nella comunicazione, non prendere l’iniziativa come spunto iniziale e poi tornare a spiegare come sempre, ma  aiutare i bambini e i ragazzi a fare propria la storia di Cleopa e Iòio, a identificarsi con loro. Per ottenere questo, percorrere le varie tappe della storia dei due, inserendo in esse i contenuti che si vuole comunicare.  Esempio: far scaturire dall’incontro dei due con Nicodemo il significato del “pane” nella Bibbia. Per aiutare i bambini e i ragazzi ad entrare nel processo di identificazione nella storia, rendere questo incontro dinamico e interessante con racconti, interviste, immagini… Come fossero loro a incontrare Nicodemo.
3. Particolarmente importante è non ricadere nella “lezione”, dimenticando di ricorrere ai “catechisti” indicati per le varie età: l’apostolo Giacomo d’Alfeo per i piccolini di I e II el: la conoscenza di Gesù, fin dalla sua infanzia; Matteo per la Prima Confessione; Giovanni per la Prima Comunione; Pietro per la Cresima. Fare interagire Cleopa e Iòio (e i bambini e i ragazzi con loro) con i quattro apostoli e le loro storie personali può diventare affascinante, tanto più se questi incontri vengono vivacizzati da racconti, interviste, lettere, video, drammatizzazioni…
4. Comunicare i contenuti che ci stanno a cuore sempre a partire dallo stimolo iniziale, cioè dal segno nel quale i due riconoscono Gesù: lo “spezzare il pane”. Non c’è bisogno di forzature!
Per la I e II: Gesù lo consociamo come la persona buona che “spezza il pane” (cioè la sua vita) con tutti: i malati, i poveri, i peccatori, le donne, i bambini…
Per la Prima Confessione: il peccato è non spezzare il pane, cioè non condividere la vita con gli altri.  La conversione di Matteo (il loro catechista) è accettare di seguire Gesù per spezzare il pane come lui. L’esempio di Zaccheo è efficacissimo: prima si tiene tutto, poi divide tutto (non è difficile costruire un incontro tra i due e Zaccheo che racconta il suo percorso di conversione).
Per la Prima Comunione: il comandamento dell’amore è spezzare il pane, come fa Gesù con tutti quelli che incontra, fino al dono totale della sua vita nell’Ultima Cena che riassume la sua vita fino a quella cena e anticipa la morte in croce (Si può immaginare i due che vedono Giuda uscire dal Cenacolo e seguono fino al Sinedrio dove tradisce Gesù per trenta denari).
Per la Cresima: la vita cristiana è testimoniare lo “spezzare il pane”, anche contro le ironie e persecuzioni di coloro che pensano solo a se stessi. La testimonianza di Gesù (i suoi scontri con i farisei) e quella di Pietro nella prima comunità cristiana può essere efficacissima.
5. Una difficoltà effettiva può riscontrarsi in alcuni “insegnamenti” necessari, difficilmente inseribili nella iniziativa, come far memorizzare ai bambini le preghiere fondamentali dei cristiani (Padre Nostro, Ave Maria, Angelo di Dio, Eterno Riposo…), la conoscenza dell’arredo della chiesa, oppure i momenti della Messa, o della celebrazione della Confessione. Questi insegnamenti possono essere portati avanti in incontri “extra”, magari inseriti con un espediente: “Se Cleopa e Iòio ci chiedessero come pregano i cristiani oggi, dove si riuniscono a celebrare l’eucaristia, come rispondereste?” (Due catechisti, o due genitori che, vestiti da Cleopa e Iòio, vengono a intervistare i bambini e i ragazzi otterrebbero un grande successo e un sicuro risultato).
6. Non dimenticare mai: non vogliamo trascurare il “contenuto” a favore del “linguaggio”. Cerchiamo un linguaggio efficace per comunicare meglio il “contenuto”.  Non vogliamo “giocare” invece di fare catechesi, ma fare la catechesi “giocando”. La dimensione ludica è il linguaggio più efficace e incisivo per comunicare con i bambini e i ragazzi. E non solo! 
7. In sintesi: per essere didatticamente, pedagogicamente e spiritualmente efficace l’iniziativa deve essere la spina dorsale dell’anno catechistico; il fil rouge che collega tutto, sia a livello di contenuti che di attività.  Al temine dell’anno sia i catechisti che i bambini e i ragazzi devono sentirsi Cleopa e Iòio.

d. Tonino