Omelia del Vescovo per la Festa di S. Adriano Compatrono della Diocesi e della Città di Matelica

1) La Festa di S. Adriano arriva come sintesi di tanti eventi vissuti nella nostra Diocesi. In particolare ne ricordo due.
a. La Settimana Liturgica Nazionale.
Nella prolusione avevo ricordato che noi abbiamo bisogno di tenere viva la memoria della nostra tradizione cristiana. I nostri Padri, ad iniziare dai primi secoli del cristianesimo, ci hanno consegnato come Patrono il Martire Adriano, giovane sposo di Natalia.E nel Messaggio finale auspicavo che “il cammino iniziato con la Settimana Liturgica Nazionale determini una novità nella nostra Diocesi e che le proposte scaturite possano essere accolte da tutti in vista di un’immagine di Chiesa unita e viva”.

b. L’altro evento è stato la Consacrazione della Diocesi alla Madonna del Buon Gesù, che ugualmente ci impegna a dare continuità alla ricchezza di fede donataci dai nostri Padri.


2) S. Adriano è posto in mezzo a noi come aiuto e come esempio da svolgere. E’ impressionante la sua storia: L’imperatore Massimiano, a Nicomedia, arrestò 33 cristiani, i quali furono battuti con le verghe perché rinunciassero alla fede. Adriano, che comandava i soldati, ammirando la costanza dei martiri,  gridò: “prendetemi con voi perché anch’io sono cristiano”. E la giovane moglie lo aiutò ad accettare le torture e il martirio, purché non venisse meno la sua fede.Ricordiamo quanto ha detto Papa Benedetto XVI proprio ieri: “i Santi parlano al nostro cuore”. E il Papa ha  iniziato il Pellegrinaggio del cuore che parla al cuore, andando in Inghilterra.


3) Qual è il Messaggio che S. Adriano comunica a noi che intendiamo ridare fiato alla nostra fede, con i due eventi vissuti? E’ una provocazione, è una chiamata forte a scoprire la grandezza e bellezza della nostra fede: il cristianesimo c’è per noi. Gesù è presente per noi. L’Eucaristia è la presenza di Gesù risorto per noi. E’ un dono da donare a tutti. La Madonna c’è per seguire Gesù con tutto noi stessi. La Chiesa c’è per noi, per darla a tutti. La parola che voglio lasciarvi per questo anno è continuità. Noi, figli dei nostri padri; noi, padri per i nostri giovani, siamo un anello vivo di questa catena d’oro che solca la storia. La consegna dei nostri padri, l’amore a Gesù nella totalità della vita, come ha fatto la Madonna, come ha fatto il giovane Adriano, come hanno fatto i nostri padri- perché Matelica è ricca di Santi, di uomini e donne che rendono storica e viva questa nostra città- la consegna dei nostri padri ci apre alla missione della continuità.


Saremo capaci di continuità e di novità? Realizzeremo l’Eucaristia come condivisione dei bisogni di tutti? Riporremo la Madonna al centro delle famiglie e della comunità? Sì, se riconosciamo la consapevolezza che noi portiamo la speranza in un mondo che non ha speranza, la speranza ai giovani che vagano alla ricerca di Dio, come ha detto il Papa: “i giovani cercano una vita più alta, cercano Dio”. La vita di Chiesa, di parrocchia, di comunità è per noi e per il mondo.L’Eucaristia rende presente Gesù come il contemporaneo più necessario e più amico. I padri di tutto questo tesoro siamo noi. La testimonianza della fede, della possibilità di esperienza del dono è legata a noi: perché siamo la mondo? per i nostri figli; padri nella fede siamo noi; per i giovani che incontriamo per le strade del mondo i padri siamo noi. L’indicare è una responsabilità nostra. Il suscitare nuove vocazioni è responsabilità nostra. Che ci siano delle belle iniziative tra noi ci richiama a questo. L’Eucaristia della domenica, e tutti i giorni, la Madonna, S. Adriano ci sono per aiutarci ad infiammare di fede le nostre famiglie e la nostra città. Smettiamo di lamentarci (lasciamolo ai borghesi). L’ha detto Gesù nel Vangelo: “quando vi interrogheranno non preoccupatevi di quello che dovete dire, perché lo Spirito vi suggerirà”. Quello che noi dobbiamo fare veramente non è misurare ma amare, cioè riconoscere il valore delle cose e delle persone, riconoscere che Gesù è tutto per la vita che la Madonna è la madre necessaria a tutti, che la Chiesa è la casa di tutti. Noi dobbiamo semplicemente accorgerci del dono che ci è stato dato e che noi possiamo essere utili alle persone intorno a noi, se facciamo valere questo dono, se ci presentiamo con questi doni, se li offriamo con energia ed entusiasmo.


S. Adriano, aiutaci ad essere coraggiosi come te nel far risplendere la fede di fronte a tutti!


                                                                                              + Giancarlo Vecerrica